Intervista a Giorgio Nardone:L’evoluzione dell’approccio strategico in Italia e nel mondo

L’evoluzione dell’approccio strategico in Italia e nel mondo

attraverso la figura di maggiore spicco

di Giovanna Celia

Interviste

Domanda: Professore, come si sta evolvendo l’approccio

strategico?

R: In Italia e nel mondo?

D: Si!

R: La battuta è questa, nel senso che in questo momento

l’Italia è nel mondo. Le evoluzioni italiane sono nel

mondo, perché come credo sapete da almeno 15-20

anni, le evoluzioni dell’approccio strategico nascono in

Italia e vengono esportate.

Il lavoro svolto da me e i miei collaboratori per tutti

questi anni è stato proprio quello di formalizzare modelli

rigorosamente replicabili, trasmissibili, predittivi

oltre che efficaci ed efficienti per la maggioranza delle

patologie, l’evoluzione è questa! L’evoluzione è avere

metodi per imparare a risolvere veramente le patologie

in tempi ragionevoli, quindi non esporre le persone a

problemi di dipendenza dal terapeuta, o di cronicizzazione

del disturbo.

D: Quindi abbiamo il vanto di esportare noi ormai per

gli altri paesi dei modelli?

R: Questo lo facciamo ormai da tanto tempo, ma l’evoluzione

in terapia strategica è aver formalizzato modelli

rigorosi di psicoterapia, che non solo competono

ma, come avete visto anche da una delle presentazioni,

sono decisamente superiori anche a quei modelli che

arrogantemente si autodefiniscono come gold sunder…

chiaro ok?

D: Pensando ai giovani psicologi, professore, quali sono

i vantaggi di una formazione in psicoterapia strategica

rispetto ad altre formazioni?

R: Questo noi lo abbiamo evidente in quella che si

chiama una custmer satisfaction dei nostri allievi. Noi

abbiamo una customer satisfaction elevatissima, basta

vedere il nostro sito, supera il 90%, nel senso che tutti

gli allievi formati ad Arezzo presso la nostra scuola da

20 anni a questa parte sono, felicissimi di quello che

hanno imparato, sono ben inseriti, lavorano, guadagnano,

si sentono gratificati e soddisfatti.

D: Perché un paziente dovrebbe scegliere uno strategico

invece di un altro terapeuta?

R: Per quello che succede, è molto semplice, ora sarò un

po’ crudele, abbiamo un revival di psicoanalisi di terapie

a lungo termine, molto accademico, se la cantano e se

la suonano fra di loro. I pazienti psicoanalisti non esistono

più, sono solo gli allievi i candidati ad essere analizzandi,

si è tornati all’inizio della psicoanalisi, Freud

aveva come analizzandi i suoi allievi. Il vantaggio è molto

semplice: se io vado in psicoterapia e so che posso

risolvere il mio problema in tempi ragionevoli, non è

più un problema di elettività basata sulle mie possibilità

economiche, tutti si possono permettere mille euro

per una psicoterapia, come si permettono 1000-2000

euro per andare dal dentista. Se la psicoterapia prevede

diecimila euro per cinque anni, e non è solo il costo

economico, ma il costo esistenziale è maggiore. Se io

ho un disturbo fobico e ne posso uscire in poche sedute

è differente che se devo aspettare tre anni, quando va

bene, con altri approcci. E’ questo il motivo per cui un

paziente dovrebbe scegliere un terapeuta strategico.

D: Senta professore lei stesso ha detto che è un po’

cambiata nel tempo la sua modalità di mettersi in relazione

con i pazienti, in passato era più direttivo, oggi

questo è cambiato, in che modo si sta evolvendo?

R: Allora questo è sempre un equivoco, compreso tra i

miei didatti, che ogni tanto bacchetto! Non sono cambiato,

sono evoluto, ma continuo a utilizzare metodi più

prescrittivi quando è necessario. Se si ha un paziente

boicottante, o un paziente depresso, o una famiglia con

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dei genitori senza autorità, o una situazione di delirio,

bisogna essere direttivi e suggestivi. C’è un’ evoluzione

del modello e della sua applicazione.

D: Professore che cosa rappresenta per lei il convegno

mondiale di terapia strategica?

R: Beh allora, come ho detto all’inizio del convegno,

rappresenta un punto di arrivo e un punto di partenza,

un po’ come tutte le volte che in questi anni siamo riusciti

a mettere appunto una tecnica innovativa, di successo

che, come appunto il dialogo strategico, diventa

un punto di arrivo e un punto di partenza per nuove

imprese. Il convegno mondiale, dopo tre convegni europei

a distanza dei dieci anni precedenti, segna un

profondo solco non solo dal punto di vista culturale e

scientifico, ma è anche un obiettivo importante la creazione

di un vero e proprio network mondiale. Adesso

abbiamo un network mondiale a cui afferiscono colleghi

che vengono da circa 40 nazioni al mondo, siamo

in tutto il mondo, e questi colleghi praticano la terapia

breve strategica e molti di loro sono venuti ad imparare

direttamente in Italia ad Arezzo, o altri hanno imparato

attraverso i nostri didatti sparsi in tutto il mondo,

quindi ora abbiamo una rete di terapeuti strategici che

rappresentano anche da un punto di vista culturale,

una presenza fondamentale. Non dimentichiamoci che

mentre anche i modelli più forti da un punto di vista

di tradizioni, come modelli dinamici o modelli sistemici,

soffrono di una stanchezza un po’ in tutto il mondo,

il nostro è l’unico approccio in grande crescita. Poi c’è

un’altra caratteristica che rende il convegno mondiale

importante: ovvero il fatto che esso stesso mostra una

caratteristica del modello che lo rende unico, il fatto

che siccome si basa sulla logica e sulle dinamiche logiche

non ordinarie, è trans culturale, funziona in tutte le

culture, anche quelle differenti, funziona in California,

funziona in Russia, funziona in Siberia, funziona in Giappone,

funziona in Australia, funziona in Svezia, in Africa

e quindi, non risente così tanto, come altri modelli della

dimensione storico-culturale, perché lavora proprio su

come le persone percepiscono e gestiscono la realtà.

D: Un’ultima domanda, quali sono i suoi progetti o i

progetti della sua scuola e del suo centro di ricerca per

il futuro?

R: Chi lo sa? Va scoperto!!

D: Per tutto quello che ha già fatto ci aspettiamo ottime

cose!

R: Va scoperto, vedete, la maggior parte delle scoperte,

avvengono senza essere deliberate, sono casuali, però

come diceva Fleming: il caso aiuta solo la mente preparata