L’evoluzione dell’approccio strategico in Italia e nel mondo
attraverso la figura di maggiore spicco
di Giovanna Celia
Interviste
Domanda: Professore, come si sta evolvendo l’approccio
strategico?
R: In Italia e nel mondo?
D: Si!
R: La battuta è questa, nel senso che in questo momento
l’Italia è nel mondo. Le evoluzioni italiane sono nel
mondo, perché come credo sapete da almeno 15-20
anni, le evoluzioni dell’approccio strategico nascono in
Italia e vengono esportate.
Il lavoro svolto da me e i miei collaboratori per tutti
questi anni è stato proprio quello di formalizzare modelli
rigorosamente replicabili, trasmissibili, predittivi
oltre che efficaci ed efficienti per la maggioranza delle
patologie, l’evoluzione è questa! L’evoluzione è avere
metodi per imparare a risolvere veramente le patologie
in tempi ragionevoli, quindi non esporre le persone a
problemi di dipendenza dal terapeuta, o di cronicizzazione
del disturbo.
D: Quindi abbiamo il vanto di esportare noi ormai per
gli altri paesi dei modelli?
R: Questo lo facciamo ormai da tanto tempo, ma l’evoluzione
in terapia strategica è aver formalizzato modelli
rigorosi di psicoterapia, che non solo competono
ma, come avete visto anche da una delle presentazioni,
sono decisamente superiori anche a quei modelli che
arrogantemente si autodefiniscono come gold sunder…
chiaro ok?
D: Pensando ai giovani psicologi, professore, quali sono
i vantaggi di una formazione in psicoterapia strategica
rispetto ad altre formazioni?
R: Questo noi lo abbiamo evidente in quella che si
chiama una custmer satisfaction dei nostri allievi. Noi
abbiamo una customer satisfaction elevatissima, basta
vedere il nostro sito, supera il 90%, nel senso che tutti
gli allievi formati ad Arezzo presso la nostra scuola da
20 anni a questa parte sono, felicissimi di quello che
hanno imparato, sono ben inseriti, lavorano, guadagnano,
si sentono gratificati e soddisfatti.
D: Perché un paziente dovrebbe scegliere uno strategico
invece di un altro terapeuta?
R: Per quello che succede, è molto semplice, ora sarò un
po’ crudele, abbiamo un revival di psicoanalisi di terapie
a lungo termine, molto accademico, se la cantano e se
la suonano fra di loro. I pazienti psicoanalisti non esistono
più, sono solo gli allievi i candidati ad essere analizzandi,
si è tornati all’inizio della psicoanalisi, Freud
aveva come analizzandi i suoi allievi. Il vantaggio è molto
semplice: se io vado in psicoterapia e so che posso
risolvere il mio problema in tempi ragionevoli, non è
più un problema di elettività basata sulle mie possibilità
economiche, tutti si possono permettere mille euro
per una psicoterapia, come si permettono 1000-2000
euro per andare dal dentista. Se la psicoterapia prevede
diecimila euro per cinque anni, e non è solo il costo
economico, ma il costo esistenziale è maggiore. Se io
ho un disturbo fobico e ne posso uscire in poche sedute
è differente che se devo aspettare tre anni, quando va
bene, con altri approcci. E’ questo il motivo per cui un
paziente dovrebbe scegliere un terapeuta strategico.
D: Senta professore lei stesso ha detto che è un po’
cambiata nel tempo la sua modalità di mettersi in relazione
con i pazienti, in passato era più direttivo, oggi
questo è cambiato, in che modo si sta evolvendo?
R: Allora questo è sempre un equivoco, compreso tra i
miei didatti, che ogni tanto bacchetto! Non sono cambiato,
sono evoluto, ma continuo a utilizzare metodi più
prescrittivi quando è necessario. Se si ha un paziente
boicottante, o un paziente depresso, o una famiglia con
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dei genitori senza autorità, o una situazione di delirio,
bisogna essere direttivi e suggestivi. C’è un’ evoluzione
del modello e della sua applicazione.
D: Professore che cosa rappresenta per lei il convegno
mondiale di terapia strategica?
R: Beh allora, come ho detto all’inizio del convegno,
rappresenta un punto di arrivo e un punto di partenza,
un po’ come tutte le volte che in questi anni siamo riusciti
a mettere appunto una tecnica innovativa, di successo
che, come appunto il dialogo strategico, diventa
un punto di arrivo e un punto di partenza per nuove
imprese. Il convegno mondiale, dopo tre convegni europei
a distanza dei dieci anni precedenti, segna un
profondo solco non solo dal punto di vista culturale e
scientifico, ma è anche un obiettivo importante la creazione
di un vero e proprio network mondiale. Adesso
abbiamo un network mondiale a cui afferiscono colleghi
che vengono da circa 40 nazioni al mondo, siamo
in tutto il mondo, e questi colleghi praticano la terapia
breve strategica e molti di loro sono venuti ad imparare
direttamente in Italia ad Arezzo, o altri hanno imparato
attraverso i nostri didatti sparsi in tutto il mondo,
quindi ora abbiamo una rete di terapeuti strategici che
rappresentano anche da un punto di vista culturale,
una presenza fondamentale. Non dimentichiamoci che
mentre anche i modelli più forti da un punto di vista
di tradizioni, come modelli dinamici o modelli sistemici,
soffrono di una stanchezza un po’ in tutto il mondo,
il nostro è l’unico approccio in grande crescita. Poi c’è
un’altra caratteristica che rende il convegno mondiale
importante: ovvero il fatto che esso stesso mostra una
caratteristica del modello che lo rende unico, il fatto
che siccome si basa sulla logica e sulle dinamiche logiche
non ordinarie, è trans culturale, funziona in tutte le
culture, anche quelle differenti, funziona in California,
funziona in Russia, funziona in Siberia, funziona in Giappone,
funziona in Australia, funziona in Svezia, in Africa
e quindi, non risente così tanto, come altri modelli della
dimensione storico-culturale, perché lavora proprio su
come le persone percepiscono e gestiscono la realtà.
D: Un’ultima domanda, quali sono i suoi progetti o i
progetti della sua scuola e del suo centro di ricerca per
il futuro?
R: Chi lo sa? Va scoperto!!
D: Per tutto quello che ha già fatto ci aspettiamo ottime
cose!
R: Va scoperto, vedete, la maggior parte delle scoperte,
avvengono senza essere deliberate, sono casuali, però
come diceva Fleming: il caso aiuta solo la mente preparata